Alcuni disastri che non potranno mai essere dimenticati, e resteranno per sempre nella memoria storica dell’umanità. Tra i maggiori eventi infausti che hanno colpito l’uomo, di sicuro bisogna annoverare l’esplosione del reattore 4 di Chernobyl, la centrale nucleare Russa che provvedeva ingenti rifornimenti di energia ad una larga parte della nazione.

Il più recente disastro di Fukushima, di cui si sta parlando in questi giorni per lo sversamento di acque radioattive nell’oceano, non può che riportarci indietro al primo catastrofico evento nucleare che si verificò negli anni Ottanta.

Il 26 aprile 1986, infatti, un incidente causò una violentissima esplosione, andando a determinare lo scoperchiamento del reattore e il rilascio di altissime quantità di materia radioattiva nell’atmosfera.

Ma cosa avvenne realmente? La storia e le indagini svolte hanno accertato alcune responsabilità. In particolare, per effettuare una serie di controlli “di sicurezza” – stando a quanto riportato dalle fonti ufficiali – il personale scelse di violare consapevolmente alcune norme di sicurezza. Si scelse quindi di aumentare in potenza e temperatura il nocciolo del reattore 4. Questa decisione, però, determinò la rottura delle tubature di raffreddamento. Il personale tentò di fermare il reattore inserendo delle barre di controllo, ma la punta in grafite delle barre andò a reagire con l’idrogeno derivante dall’acqua di raffreddamento, e innescò l’esplosione.

Chernobyl, dopo 33 anni ancora scoperte sulla zona

Benché siano trascorsi 33 anni, una ricerca dell’Università di Bristol ha portato all’attenzione una serie di scoperte davvero inquietanti. Un team di ricercatori, infatti, tramite l’utilizzo di droni ha mappato le radiazioni presenti ancora oggi nella zona.

Attraverso la spettrometria a raggi gamma, si sono effettuate delle rilevazioni su un’area di 15 chilometri quadrati, partendo da un villaggio a 13 km dall’epicentro dell’esplosione. Quello che ne è risultato ha stupito gli stessi scienziati.

Infatti, nonostante le numerose misure di sicurezza adottate, la radioattività della zona è ancora oggi estremamente elevata. Questo dato ha sorpreso gli scienziati, che hanno rilevato anche una scarsa uniformità nell’area della Foresta Rossa.

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