La crisi di metà agosto, come è stata definita dai più la crisi di governo innescata dalla mozione di sfiducia presentata dalla Lega, ha interrotto vari iter parlamentari, in particolare l’approvazione di alcune leggi. Tra cui la proposta di abolizione del canone RAI, corrisposto in bolletta dai tempi della riforma Renzi del 2016 e inviso a moltissimi italiani.
Se infatti, negli scorsi mesi, sembrava ci si avviasse sulla strada dell’abolizione, con la caduta del precedente governo questa alta probabilità era stata messa in discussione.
La proposta, depositata lo scorso luglio da parte del Movimento 5 Stelle, potrebbe però risorgere grazie al neoformato governo: dal momento che la composizione parlamentare rispetta ancora la spartizione emersa dal voto del 4 marzo, non vengono annullati gli iter procedurali già in corso. Pertanto, a breve questo Governo potrebbe riprendere il dibattito sul canone, tema caldissimo per un gran numero di italiani.
Trattandosi non più di una tassa sulla fruizione dei canali RAI ma anche sul solo possesso di un apparecchio televisivo, per risultare esenti bisogna necessariamente dichiarare di non avere una televisione. In tal caso, si deve inviare all’Agenzia delle Entrate il modulo di dichiarazione di non detenzione, scaricabile da questo link.
L’altra via sarebbe rientrare in una categoria di persone che, per ragioni sociali o d’età, risultano esentati dal corrispondere questa imposta. Ecco i requisiti: