Il bollo auto, insieme al canone RAI, è fra le tasse più invise agli italiani. In numerosi Paesi Europei questa imposta non esiste, dal momento che viene automaticamente inglobata all’interno di altre tasse. In Italia, invece, si tratta di un contributo indispensabile per poter guidare il proprio veicolo e non incorrere in ingenti sanzioni.
D’altra parte, ormai da qualche mese, la palla è passata dallo Stato nelle mani delle Regioni. La Corte Costituzionale, infatti, ha decretato l’autonomia decisionale delle Regioni nell’ambito dell’abolizione del bollo. Si tratta, infatti, di una tassa a tutti gli effetti regionale, che assicura complessivamente un introito pari a 6,5 miliardi.
L’ottimistica proposta per l’abolizione, avanzata dall’ex vicepremier nonché ex Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, si fondava su una copertura economica derivante dall’abbassamento dello spread, che avrebbe fatto risparmiare allo Stato diversi miliardi. Laddove questo contributo alle Regioni dovesse venire a mancare, dunque, ci dovrebbe essere un pari rimborso da parte dello Stato alle stesse Regioni.
Bollo auto: perché l’abolizione appare lontana
Purtroppo, la previsione di Di Maio potrebbe rivelarsi fallata in partenza. Dal momento che i risparmi provenienti dall’abbassamento dello spread sono puramente ipotetici, nonché soggetti a variabili finanziarie che potrebbero cambiare nel tempo, non sarebbe possibile stimare precisamente su quanti soldi effettivamente lo Stato potrebbe contare. E immaginare di destinarlo interamente o in parte ad una misura così “pesante” dal punto di vista economico è senza dubbio un azzardo notevole.
Diverso sarebbe trovare altrove il denaro per finanziarne l’abolizione e utilizzare il risparmio dello spread per diminuire il debito pubblico. Ma solo nei prossimi mesi si potrà comprendere meglio la posizione del nuovo Governo in materia di bollo.