Dopo i disastri nucleari di Chernobyl e Fukushima, il mondo vive con la paura di una nuova esplosione dovuta allo scoppio di qualche reattore. A Settembre di due anni fa è stata rinvenuta una nube radioattiva in Europa. Tale nube rilasciava Rutenio-16, che è l’isotopo del classico Rutenio, fortunatamente non in quantità pericolose per l’uomo.
Il materiale è stato rintracciato in alcune stazioni a Sud dei monti Urali. Per il momento sull’accaduto ci sta studiando un equipe di oltre 70 scienziati per capirne le cause. Gli esperti hanno appurato che non è stata dovuta allo scoppio di qualche fabbrica, scongiurando così il pericolo numero uno. I risultati dell’indagine sono visibili sul Proceedings of the National Academy of Sciences.
Nube radioattiva: nessun rischio per il nostro continente
I valori del Rutenio-16 sono di 176 millibecquerel per metro cubo. Stiamo parlando di un valore di oltre 100 volte superiore a quello trovato nell’aree dopo l’incidente di Fukushima. Anche se può sembrar esagerata un’affermazione simile, bisogna contestualizzare l’isotopo. Di fatto anche in Romania è stata trovata una percentuale simile, ma senza danni concreti per l’essere umano. Le radiazioni si sono spinte fino alla città di Ozersk e al suo impianto a Majak.
Parliamo della fabbrica nucleare più grande al mondo dopo quella di Fukushima e Chernobyl. La responsabilità di tutto ciò sembra essere della società Rosecom, che ha però smentito prontamente il tutto. Di tutta risposta alle accuse, l’azienda sembra avere dichiarato che la colpa sarebbe stata di un satellite schiantato sul suolo terrestre. Le autorità competenti hanno però osservato, dopo più di 1300 verifiche, che la colpa non si deve a ciò che afferma Rosecom. Perfino il governo russo ha ribadito l’ipotesi fornita dalla società. Ci troviamo per caso, ad aver a che fare con un caso di insabbiamento?