Il sito dell’Agenzia spaziale americana riporta la scoperta per una galassia chiamata GSN 069. Qui si verificano grandi esplosioni di Raggi X che si ripetono ciclicamente ogni nove ore. I dati – ottenuti grazie all’osservatorio Chandra della Nasa e all’XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea – indicano che il buco nero sta divorando grandi quantità di energia in modo regolare. La particolarità della scoperta risiede nel fatto che tale comportamento non è mai stato verificato per un buco nero di tale entità.
Il buco nero in questione contiene circa 400.000 volte la massa del Sole ed è pertanto stato definito come super massiccio. I ricercatori hanno stimato che tale formazione stia consumando circa quattro lune di materiale per tre volte al giorno.
Giovanni Miniutti
“Questo buco nero ha un comportamento che non abbiamo mai visto prima. Questo comportamento è così senza precedenti che abbiamo dovuto coniare una nuova espressione per descriverlo, cioè ‘x-ray quasi-periodic eruptions’”.
Le osservazioni sono partite lo scorso 24 dicembre 2018 quando si sono verificate due esplosioni di grandi dimensioni. Sono seguite poi le osservazioni del 16 e 17 gennaio 2019 in corrispondenza di ulteriori cinque deflagrazioni. In ultimo quella di San Valentino, il 14 febbraio di quest’anno quando tre esplosioni hanno illuminato l’Universo.
Richard Saxton del Centro europeo di astronomia spaziale di Madrid ha riferito:
“Combinando i dati di questi due osservatori di raggi X, abbiamo seguito queste esplosioni periodiche per almeno 54 giorni”. Questo ci offre un’opportunità unica nell’assistere al flusso di materia che si verifica in un buco nero super massiccio che accelera e rallenta ripetutamente”.
Gli esperti rivelano che nel corso delle esplosione l’emissione di Raggi X genera un picco di luminosità pari a 20 volte la situazione di stasi. A seguito degli eventi la temperatura del gas che scende verso il buco nero sale, da circa un milione di gradi fahrenheit durante i periodi di quiete a circa 2,5 milioni di gradi fahrenheit durante gli scoppi. La sua origine resta ancora un mistero della scienza.