La volontà di conoscere il proprio destino ha da sempre caratterizzato i desideri umani. Dare un senso a ciò che si viveva, e soprattutto al mistero della morte, ha portato l’uomo a porsi degli interrogativi sempre più elaborati, andando così a cercare di comprendere quale fosse il fine ultimo della propria esistenza.
A seconda dei periodi storici, delle aree geografiche e del livello di conoscenze che si è raggiunto, molteplici sono state le interpretazioni fornite per spiegare il senso della vita. Ma diveniva altresì necessario dare plausibilità alla morte, se si intendeva fare un discorso più organico che potesse abbracciare tutte le perplessità esistenziali dell’uomo.
Fra l’altro, ci si è anche sempre domandati se la realtà, per come noi la intendiamo, avrebbe cessato di configurarsi così prima o poi. E da qui sono nate una serie di teorie sulla fine del mondo, che ancora oggi affascinano milioni di persone sparse sulla faccia della Terra.
Fine del Mondo: teorie Maya e profezia di Ezechiele si sbagliavano
Molte suggestioni sono tornate alla ribalta negli ultimi anni. Tra queste, sicuramente la più inflazionata è stata la teoria Maya della fine del Mondo, che individuava come data ultima il 21 dicembre 2012. Per quanto affascinante, non essendosi verificato nulla, essa continua ad essere ricordata – oltre che per l’hype creato con l’annuncio – per la fortunata cinematografia dell’epoca sul tema.
Altrettanto degna di nota è la profezia di Ezechiele, il quale metaforicamente parlando ha individuato come segno dell’imminente Apocalisse la presenza di pesci nel Mar Morto. Sembrava dunque ci fossero conferme ultimamente su questa situazione, ma in realtà il fotografo che aveva impresso sulla propria macchina l’immagine di alcuni pesci che sguazzavano liberamente si trovava presso una delle conche d’acqua dolce del Mar Morto (dove è nota la presenza di specie viventi).