La città di Chernobyl è passata alla storia per via dell’incidente nucleare che ha spazzato via gran parte del territorio Ucraino. Negli anni più e più volte lo scenario intorno è stato ripreso e rappresentato dalle telecamere. Ancora oggi, a distanza di 33 anni dal terribile disastro, si contano ancora i morti e le ferite sul territorio.
In numerose produzioni cinematografiche e in parecchi documentari è stata messa in risalto la desolazione di un luogo ancora al centro dell’attenzione dopo decenni, soprattutto dopo il disastro di Fukushima e il recente impatto in Russia.
Analizzando la landa desolata che vi si è creata intorno all’ex fabbrica esplosa decine di anni fa, si nota che flora e fauna non sono più presenti a causa della gran quantità di scorie radioattive presenti nell’atmosfera.
Attraverso un progetto realizzato in collaborazione con l’Università di Bristol, il governo locale ha voluto studiar gli effetti dell’esplosione sull’area attraverso l’utilizzo di droni. I velivoli mobili sono stati dotati di spettometri a raggi gamma, necessari per misurare la quantità di radiazioni presenti nell’area. Grazie a questo scenario si sono visti gli effetti dell’impatto sulla cosiddetta “zona di esclusione“.
Chernobyl: le immagini dei droni mostrano una landa desolata ancora dopo 33 anni fa
I droni hanno effettuati ben 50 perlustrazioni in soli 10 giorni. Hanno delimitato un’area di circa 15 km intorno alla città di Chernobyl. Grazie al laser Lidar sono emersi nuovi sviluppi relativi alle radiazioni presenti nell’area. I droni hanno cercato per giorni forme di vita presenti nella zona, ma non vi è stato nulla da fare. Non è stato trovato assolutamente nulla.
I velivoli son partiti da Buriakivka, per poi passare per Kopachi ed arrivare nella zona della Foresta Rossa (denominata così per via del colore acquisito con le radiazioni, dopo lo scoppio del reattore). Gli scienziati in tale zona hanno visto una concentrazione di radiazioni incredibile, come mai in nessun altro luogo del pianeta.