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Ormai lo smartphone è parte integrante della nostra vita, e la prospettiva di trascorrere anche solo poche ore con la batteria scarica sembra terrorizzarci. Specialmente, poi, quando si devono trascorrere intere giornate fuori casa, tra lavoro, viaggi e tempo libero.

Per questo è diventata ormai consolidata l’abitudine di caricare il telefono durante la notte. D’altra parte, si è sollevato un interessante dibattito attorno a questa pratica, dal momento che verrebbe spontaneo paragonare il funzionamento della ricarica dello smartphone allo stand-by degli elettrodomestici: pur non essendo accesi, continuano a risucchiare energia.

Il parallelo, però, non funziona sugli smartphone – o, almeno, non più. Infatti il timore che la batteria, una volta ricaricatasi completamente, possa usurarsi continuando ad assorbire elettricità (perché ancora collegato alla presa di corrente fino al mattino successivo), in realtà, non trova più fondamento.

Ricaricare lo smartphone di notte: pochi rischi, ecco perché si può fare

La nuova generazione di smartphone, anche quelli di fascia medio-bassa (non dobbiamo necessariamente pensare ai top di gamma), al giorno d’oggi monta sempre un chip che permette il riconoscimento della ricarica completa. Questo significa che, pur lasciando il telefono collegato alla presa di corrente, il telefono non continua ad assorbire energia. Cosa che invece poteva accadere nei telefoni di vecchia data, i quali, possedendo batterie metalliche più facilmente usurabili e non montando questo microchip, rischiavano di surriscaldarsi molto più frequentemente, causando così il collasso della batteria.

Certo, ogni batteria ha il proprio ciclo vitale, e per quanto non ci si rassegni a questa prospettiva, ogni batteria è destinata ad esaurirsi e non poter più funzionare, prima o poi.

Accorgimenti più calzanti e importanti da tenere a mente, infine, per poter preservare al massimo la funzionalità della batteria, riguardano la buona abitudine di spegnere il telefono quando non lo si utilizza e di evitare di esporlo a temperature al di sopra della norma (dai 35°C in su), pena l’usura molto più rapida.

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