Un ricercatore di antropologia dell’Università di Gerusalemme ha risolto l’enigma dietro al ritrovamento di alcuni resti umani di una razza che non era classificabile “né Sapiens né Neanderthal”. Si tratta dei Denisoviani, misteriosi antenati dell’uomo vissuti in Asia per decine di migliaia di anni che tuttavia hanno lasciato pochissime tracce di loro. Il volto di homo denisova del professor Gokhman è stato ricostruito partendo dal DNA di frammento di cranio, da una mandibola fratturata e da alcuni denti.
Il team è riuscito nell’impresa di ricostruire lo scheletro di un homo denisova usando solo le informazioni del DNA contenute le frammento di una falange del mignolo. In questo modo, i risultati della ricerca hanno potuto mettere i Denisoviani a confronto con i cugini Neanderthal e Sapiens.
E pensare che in realtà si aveva a disposizione una quantità sostanziosa di ossa di presunti denisoviani per effettuare confronti, poiché molti di questi fossili sono rimasti abbandonati in stanzoni pieni di ossa rinvenute nelle varie zone ghiacciate dell’Asia ed etichettati con un vago “antico Homo”.
Come afferma Liran Carmel a capo del team di ricerca:”in seguito alla dispersione dei diversi gruppi di hominini, solo la nostra specie è sopravvissuta e nessuno conosce la ragione. Lo studio permette di compiere un grande passo verso la risoluzione di questo enigma.” Questi antichi uomini sembra si siano separati dai Neanderthal almeno 400 mila anni fa, e mentre i Denisoviani si dirigevano verso l’Asia, gli homo Neanderthal e poi Sapiens prosperavano in tutta Europa e nel Medio Oriente.
Antropologia: la razza asiatica di uomini simili ai Neanderthal
Gli studiosi hanno ricostruito l’identikit dei Denisoviani basandosi sui cambiamenti chimici del DNA in base all’ambiente in cui vissero. L’attività genetica, e in particolare la metilazione, ovvero alcuni legami tra specifiche porzioni di DNA. Tali modificazioni hanno una forte influenza sullo sviluppo osseo, sull’insorgenza di patologie e su gran parte dei tratti biologici.
I ricercatori hanno così confrontato questi schemi con i genomi dei Neandertal e dei Sapiens, rendendo possibile prevedere le misteriose caratteristiche fisiche dei Denisoviani. Inserendo i dati ricavati in un database, il team si è limitato al tentativo di prevedere aspetti dello scheletro che potessero essere connessi ai geni. Facendo un test tra caratteristiche genetiche ben note come quelle dei Neanderthal degli scimpanzé, il test raggiungeva una precisione dell’85%.
Sotto gli aspetti dell’antropologia i denisoviani avevano un aspetto simile ai loro cugini, distinguendosi da entrambi per alcune caratteristiche fondamentali. Non tutte le caratteristiche proposte corrispondono ai pochi resti trovati finora, come lo spessore dello smalto e la larghezza della punta delle dita. Seppur impreciso, questo modello può già dire che i fossili asiatici appartengono a dei denisoviani, e rappresenta altresì una guida utile per le ricerche future.
Gli studi genetici sui denisoviani suggeriscono che il gruppo era incredibilmente ampio, con alcune popolazioni che si sono evolute separatamente per decine di migliaia di anni. Una linea evolutiva di Denisoviani si distingueva molto da un’altra, e la differenza era simile a quella fra denisoviani e Neandertal.