Dopo la lunga estate, settembre è il periodo del ritorno alla normalità. Alle faccende quotidiane, al lavoro e purtroppo anche alle spese. Tra le tasse più inviare agli italiani, vi è sicuramente il bollo auto, che troneggia avendo al suo fianco anche il canone RAI.
In entrambi i casi, fra l’altro, si è parlato di possibile abolizione, ma la situazione politica degli ultimi mesi non ha consentito di portare avanti un dibattito organico sul tema. Inoltre, mentre per il canone RAI il discorso sarebbe identico in tutta Italia, dal momento che la somma da corrispondere è la stessa in tutte le Regioni, per quanto riguarda il canone vi sono autonomie regionali da tenere in considerazione.
Bollo auto: perché l’abolizione appare lontana
Durante lo scorso anno, una sentenza della Corte Costituzionale ha infatti stabilito che le Regioni avessero autonomia decisionale sull’eventuale mantenimento o abolizione della tassa. Quindi non si tratterebbe soltanto di vederla sparire: potrebbe addirittura essere preservata e aumentare nel corso del tempo, come è già avvenuto negli ultimi 10 anni.
Inizialmente, l’abolizione del bollo era stata giustificata grazie alle somme risparmiare da un abbassamento dello spread. Ma in molti sono gli esperti ad aver rilevato che – avendo lo spread oscillazioni periodiche – non sarebbe saggio abolire un’imposta che di qui a qualche anno potrebbe non essere ben compensata in termini economici.
Attualmente quindi risulta inverosimile la prospettiva dell’abolizione. Secondo i dati più recenti, infatti, grazie a questa imposta sul possesso dell’auto entrano nelle tasche delle Regioni oltre 6 miliardi all’anno.
Una cifra decisamente cospicua: qualora questo introito venisse a mancare, dunque, dovrebbe essere lo Stato a compensare l’eventuale gap con maggiori finanziamenti alle varie realtà regionali. Cosa al momento alquanto improbabile, benché non si perda la speranza che un giorno tutto questo possa diventare realtà come in altri Paesi.