Negli ultimi anni l’utilizzo dello smartphone si è fatto sempre più presente nelle nostre vite quotidiane. Avere il telefono sempre carico e pronto a qualsiasi esigenza è diventata una necessità imprescindibile, che si tratti di restare in contatto con i colleghi o i familiari, navigare in internet o essere connessi tramite i social.
Per questo motivo, si è affermata sempre più nel tempo l’abitudine di lasciare lo smartphone a caricare durante la notte. Quale miglior momento, effettivamente, per assicurarsi che il telefono possa ricaricarsi completamente e durare per tutta la giornata seguente?
Eppure, si è aperto un dibattito su quanto questo atteggiamento sia corretto o possa nuocere alla batteria del nostro device. Ecco dunque cos’è emerso dagli studi effettuati proprio sui dispositivi.
Anzitutto, bisognerebbe partire dal presupposto che ogni batteria abbia un ciclo vitale. Nell’arco della propria vita, essa a sua volta possiede un certo numero di cicli di ricarica, più o meno grande a seconda del modello, della resistenza e della potenza della batteria.
D’altra parte, ormai da tempo gli smartphone (anche quelli di fascia medio p-bassa) montano un chip che riesce a distinguere il momento in cui è avvenuta la ricarica completa dello smartphone e a bloccare l’alimentazione. In questo modo, si evita che il dispositivo si surriscaldi durante la ricarica e continui a riempire di energia la batteria quando in realtà ormai è al 100%. In questo modo si evitano i problemi legati alla saturazione della batteria del device, che invece così durerà molto più a lungo.