La Russia ha nel tempo dimostrato di non essere molto attenta a quello che succede nei suoi stabilimenti nucleari. Il disastro di Chernobyl è stato il più grande della storia, causando una miriade di morti dal 1986 in poi. Successivamente tanti altri piccoli incidenti hanno nel tempo liberato nell’aria quantità variabili di radiazioni. Proprio pochi giorni fa infatti, una stazione meteorologica norvegese ha rilevato una nube radioattiva, proveniente dal paese dell’est.
Nonostante l’iniziale smentita del governo russo e della società che si occupa dei suoi stabilimenti si è finalmente giunti alla verità. L’incidente sarebbe stato causato da un’anomalia durante un test missilistico nel famoso poligono di Nenoska. Quello di Severodvinsk sarebbe infatti il risultato dell’esplosione del nuovo ordigno Burevestnik.
A gestire i test di Nenoska c’era la società costruttrice dei nuovi missili Burevestink, Rosatom. Quest’ultima non è certamente nuova a scandali
di questo genere, visto quanto successo nel 2017 vicino ai monti Urali. Nonostante l’evidente emissione di materiale radioattivo, registrata anche in Norvegia, non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale.Dalla ricostruzione effettuata sembrerebbe essere stato un problema di malfunzionamento. Il missile non sarebbe infatti esploso durante il lancio, ma successivamente al recupero in mare. L’enorme quantitativo di radiazioni emesse in questo evento è da imputare al particolare sistema propulsivo sfruttato dall’ordigno. Il Burevestnik sfrutta infatti un mini reattore nucleare.
Osservando le fotografie aeree della zona si possono osservare le piattaforme di lancio spostate dalla loro posizione originale. Una di queste è poi quasi affondata. La gravità della situazione è stata in parte confermata dalla mossa del governo di proibire qualsiasi attività marittima nei pressi di Nenoska.
Ancora una volta, la Russia ripete gli errori del passato, omettendo particolari utili per evitare un altro allarme nucleare in Europa.