In questi mesi si è parlato molto dell’invasione dell’Area 51 prevista per il 20 settembre. Il folle piano è nato da un’idea di Jackson Barnes, il quale ha creato un evento su Facebook che ha ottenuto un risalto mediatico internazionale. Poco prima della data prevista, i potenziali partecipanti avevano raggiunto gli oltre due milioni con un boom di prenotazioni negli hotel della zona.
Alla fine però ha prevalso il buon senso, l’ideatore ha bollato il piano come uno scherzo e ha provveduto ad annullare l’evento di invasione. Tuttavia, nonostante non ci fosse più un evento pianificato, alcuni irriducibili si sono presentati lo stesso nei pressi dell’Area 51 per tentare l’assalto.
L’invasione dell’Area 51 non ha causato alcun problema
Nella zona si sono tenuti vari eventi come festival musicali o visite guidate. In totale si sono contate oltre 1500 persone nelle città vicine secondo le stime di “Associated Press”. Tra queste, circa 150 persone si sono dirette verso l’Area 51 per tentare l’assalto e solo 75 sono riuscite ad arrivare nei pressi dei cancelli. Ovviamente lo Sceriffo Locale ha provveduto a portare tutti gli “invasori” presso i propri uffici per gli interrogatori di rito.
Secondo Ken Borer, Sociologo presso l’Università del Nevada, queste azioni sono da ricollegare al desiderio di far parte di qualcosa insito nell’animo umano. Un evento del genere ha risvegliato l’interesse generale. Normalmente, l’Area 51 è un luogo in cui i cittadini non possono andare. Di solito, se si dice a qualcuno che non può fare qualcosa, si rafforza il desiderio di fare quella determinata cosa.
Analisi sociologiche a parte, alla fine dei giochi la presenza di forme di vita o tecnologie aliene all’interno dell’Area 51 non è stata confermata. Il mistero intorno a questa base militare resta ancora fitto e non resta che aspettare nuovi film fantascientifici a riguardo.