Con una quota di 10 euro al mese milioni di italiani hanno beneficiato di un pacchetto multimediale completo e sempre disponibile a casa e fuori casa tramite apposite applicazioni da scaricare sui dispositivi. Tali piattaforme ed i loro gestori ne hanno monitorato l’attività. Tutti i registri sono stati trafugati dagli inquirenti della Guardia di Finanza che stanno provvedendo a forgiare nuovi capi di accusa per la reclusione ed una lunga lista di multe severe. Ecco cosa succederà a chi usato, anche per una sola volta, il servizio.
Perquisizioni locali, arresti ed esame dei fascicoli finanziari hanno trasformato una semplice operazione di controllo in uno scenario degno di una produzione cinematografica. Ma stavolta non siamo nell’ultimo capitolo di Narcos su Netflix. Ci troviamo proprio in Italia, dove, lo streaming illegale ha assunto proporzioni tali da richiedere interventi speciali.
Le ultime reti commerciali con base in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia offrivano i loro servizi ad appena 12 euro al mese tutto incluso. Il giro di affari si calcola in qualcosa come 60 milioni di euro netti all’anno per un numero residuo di adesioni pari a 5 milioni di utenti nella sola nazione italiana.
Chi è stato beccato si sta preparando alle conseguenze delle proprie azioni. Chi vende il prodotto viene accusato di violazione del diritto di autore e reato di frode informatica. Ma anche chi usa la piattaforma subisce il medesimo trattamento. Nel complesso il gioco del pezzotto si paga con sanzione da 2.582 euro ai 25.822 euro oltre a carcere da un minimo di 6 mesi fino a 3 anni.