Le fabbriche nucleari destano sempre molto timore agli occhi della popolazione. Di fatto, gli incidenti avvenuti negli impianti di Chernobyl e Fukushima hanno spaventato l’intero mondo che ora teme al pensiero di un nuovo incidente nucleare. Chernobyl ancora oggi nel 2019 ne paga le conseguenze. Dopo le migliaia di persone morte infatti, molti altri hanno avuto un tumore proprio per via delle radiazioni emesse a seguito dello scoppio del reattore.
A tal proposito, una nube radioattiva ha solcato i cieli del nostro continente nell’autunno di due anni fa. Dalle indagini è emerso inoltre che l’anomalia atmosferica sia partita da un’impianto in Russia, proveniente dai monti Urali. Inoltre i dati hanno evidenziato importanti valori di Rutenio-16 rilasciati con la nube. Questa situazione ha destato preoccupazione anche per gli scienziati che si sono riuniti da tutto il mondo per capirne le conseguenze. I risultati si possono leggere sul sito del PNAS.
Tuttavia però, la Russia, non si è presa la responsabilità dell’accaduto però, nonostante si sia visto che Rosacom
sia stata l’azienda da cui è partita la nube. Di contro, Rosacom ha sviato i sospetti verso un satellite caduto nell’atmosfera, ma le oltre 1300 verifiche sembrano non reggere tale ipotesi. Che vi sia un insabbiamento in corso?I valori rilevati dagli spettometri erano allucinanti. Il Rutenio-16 aveva valori che superavano di 100 volte quelli trovati dopo l’incubo di Fukushima. La nube, avente ben 176 millibacquerel di radioattività, è arrivata fino nell’Est Europa, creando scompiglio fra i popoli.
I rischi per l’uomo sono stati scongiurati nel giro di pochissimo tempo, di fatto nessuno avrebbe avuto conseguenze gravi. Dalle ricerche si è visto però che l’epicentro sia stato proprio l’impianto di Majak, che sembra essere l’industria più grande dopo quelle dei due centri precedenti.