Nell’ultimo periodo, dove i social network hanno preso il sopravvento alla vita reale, soprattutto a quella dei giovani adolescenti, i genitori sono molto più spinti verso i divieti.
Michele Piga, dell’associazione Psiche Digitale di Cesena, sta andando nelle scuole con progetti di educazione digitale e, secondo lui, “La tecnologia ha prodotto una frattura generazionale”. Scopriamo maggiori dettagli,
Durante l’anno scolastico appena iniziato, Piga collaborerà con l’associazione Femminile Maschile Plurale nelle scuole superiori del Ravennate, proponendo progetti di educazione digitale, di cui anche i nativi digitali hanno bisogno. Ecco le sue parole: “Spesso i ragazzi sono tecnicamente molto preparati, ma non hanno la consapevolezza dello strumento che hanno in mano. Per esempio conoscono le impostazioni della privacy meglio degli adulti e in generale preferiscono Instagram anche perché un profilo è molto più difficilmente reperibile rispetto a quanto accade con Facebook“.
E continua dicendo: “La tecnologia ha prodotto una frattura generazionale per tanti versi senza precedenti e i genitori spesso commettono più errori dei loro figli, mentre i ragazzi hanno bisogno di sviluppare competenze che li aiutino a diventare “saggi digitali”, ad acquisire consapevolezza di come funzionano le persone che si mettono in relazione dietro quello strumento
“. Secondo lui i divieti drastici sono inutili per gli adolescenti, addirittura dannosi.Ecco la spiegazione: “Certo, perché il ragazzo arriverà comunque a quel mondo che è ormai il tramite per la socialità e in caso di problemi non avrà nessuno a cui rivolgersi, è importante invece mantenere un dialogo. Oggi è sempre più mescolato il piano ludico con quello social, basta pensare a giochi come Fortnite. I ragazzi condividono e raccontano cose di sé e si comportano come da sempre fanno gli adolescenti, ma con uno strumento costruito apposta per cavalcare l’onda emotiva, per darci poco tempo per la riflessione e per scatenare reazioni emotive che ci spingano subito all’azione. Quindi i ragazzi si trovano immersi, più delle generazioni precedenti, in un modo che riesce bene a sfruttare una fase della loro vita dove le emozioni sono molto amplificate“.