Qualche giorno indietro sembrava che la orribile tassa sui contanti potesse diventare realtà, individuata dal governo come strumento per combattere l’evasione fiscale incoraggiando l’uso di pagamenti tracciabili.
Consci delle proteste delle associazioni, il governo ha fatto marcia indietro sull’argomento e ha piuttosto proposto degli incentivi economici per le attività che si doteranno di Pos e incentivi per gli utenti che utilizzeranno i pagamenti digitali a discapito di quelli in denaro contante.
La promozione dei pagamenti elettronici come forma di lotta all’evasione fiscale è uno dei punto cardine del governo M5S-Pd, per questo al posto della tassa si sta pensando di fornire agli esercenti un credito di imposta a copertura dell’installazione e gestione del Pos. Invece i cittadini potranno godere di una funzione di cashback, ossia un rimborso fiscale in percentuale a quanto speso con strumenti elettronici, quando optano per il pagamento elettronico.
Pertanto ci ritroviamo da un lato un rimborso fiscale per i cittadini virtuosi, dall’altro il taglio delle commissioni e dei costi di gestione del bancomat. Il costo delle transazioni è un altro punto su cui batterà il governo, così come detto dal segretario MEF Villarosa:”per incrementare l’utilizzo degli strumenti digitali è fondamentale eliminare i costi delle transazioni digitali sotto i 5 euro e ridurre pesantemente i costi per quelle sotto i 25 euro e garantire bassi costi per quei settori a ‘bassa marginalità’ come, ad esempio, benzinai o edicolanti.”
Tuttavia il premier Conte, durante la festa della destra italiana Atreju, ha tenuto a rassicurare gli Italiani sul fatto che:”il governo cercherà di incentivare l’uso della moneta elettronica senza penalizzare chi usa il contante”.