Era l’anno scorso quando Metric Labs metteva in guardia i consumatori a riguardo dell’utilizzo delle VPN gratis, le cosiddette reti private virtuali che dovrebbero garantire la privacy a tutti i consumatori (nascondendo l’indirizzo IP e crittografando ogni attività svolta in rete, come guardare le IPTV), si erano rivelate un vero e proprio colabrodo.
Secondo la ricerca l’86% delle applicazioni gratuite non era così sicura, ben il 60% delle suddette sono sviluppate i Cina, arrivando addirittura ad archiviare i dati degli utenti sui server locali di appartenenza. Era stato scoperto che proprio nelle condizioni che l’utente andava ad accettare (quelle che nessuno legge mai), l’app confermava che avrebbe condiviso i dati
con il governo cinese. In ultima analisi era stato scoperto che l’app in sé salvava i log di navigazione, operazione che proprio non dovrebbe fare per garantire la privacy e l’anonimato, condividendoli poi con aziende terze.
Gli anni passano ma poco cambia, non parleremo più di uno scandalo di questi livelli, anche se ci sentiamo di consigliare caldamente l’adozione di una VPN a pagamento per un paio di motivi. Prima di tutto è bene ricordare che una rete privata virtuale gratis in genere limita la banda utilizzabile; oltre a questo vengono svolte attività di profilazione per cercare di mostrare a schermo le pubblicità più adatte alle vostre preferenze, di conseguenza la navigazione potrebbe non essere poi così in incognito.