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Nella storia della fisica moderna, poche teorie sono state così incisive (oltre che note) come la Relatività einsteiniana. Ciò che sorprende, però, è che nonostante la scienza sia per principio falsificabile – ossia confutabile, altrimenti non sarebbe scienza, secondo il filosofo Karl Popper – questa teoria stia resistendo a qualsiasi smentita, pur procedendo in avanti con le tecnologie a disposizione e il progresso scientifico.

Dopo oltre cent’anni, però, la teoria della Relatività di Einstein resiste ancora oggi, e non solo: trova anche plateali conferme proprio grazie all’utilizzo di nuovi strumenti e nuove tecniche messe a punto per l’esplorazione del nostro universo.

Teoria della Relatività Generale: nuove conferme per Einstein

L’ultima conferma è arrivata dall’osservazione del buco nero al centro della galassia M87. La sua rappresentazione che ne è risultata segue perfettamente le previsioni basate sulla teoria della relatività.

Secondo Einstein i buchi neri costituivano “oggetti cosmici estremamente compressi, contenenti incredibili quantità di massa all’interno di una regione minuscola”. E aggiungeva inoltre che: “La presenza di questi oggetti influenza il loro ambiente in modi estremi, deformando lo spazio-tempo e surriscaldando qualsiasi materiale circostante”.

Quest’ultimo dettaglio corrisponde alla corona infuocata visibile attorno al nucleo scuro centrale, che invece individua la zona dove il plasma incandescente viene inghiottito, scomparendo in quello che viene definito “orizzonte degli eventi”.

Gli scienziati ritenevano, sulla base di queste descrizioni, che “se immerso in una regione luminosa, come appunto un disco di gas incandescente, ci aspettiamo che un buco nero crei una regione oscura simile a un’ombra, qualcosa di previsto dalla relatività generale che di Einstein che non abbiamo mai visto prima. Quest’ombra, causata dalla distorsione o curvatura gravitazionale e dalla cattura della luce dall’orizzonte degli eventi, rivela molto sulla natura di questi oggetti affascinanti”.

Il che corrisponde esattamente a quanto osservato dai telescopi astronomici puntati verso M87.

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