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Bollo auto: l’Italia decide di non dare seguito all’abolizione

Attorno al bollo auto gira tanta confusione, anche per via delle recenti novità arrivate in ambito regionale e a causa delle parole travisate di Di Maio dagli utenti durante un’intervista. Sebbene molti cittadini speravano nell’abolizione della famosa imposta sul possesso delle autovetture, bisognerà che si mettano l’anima in pace. La tassa non verrà abolita almeno per il 2020, e ora vi spieghiamo le motivazioni.

Inizialmente il primo barlume di speranza lo si è avuto quando Luigi Di Maio, ex vicepremier, affermò durante un’intervista, che sarebbe stato possibile eliminare l’imposta grazie al recente abbassamento dello Spread in Italia. Tuttavia poco dopo, Salvini ha annunciato la crisi di governo nell’Agosto scorso, portando lo Stato in un moto confusionale, e rimodificando quindi le priorità in gioco per l’Italia. Almeno per il prossimo futuro, finché l’assetto politico italiano non si sarà stabilizzato del tutto, bisognerà attendere prima di riprendere in mano la vicenda del bollo auto.

Bollo auto: perché la sua abolizione resta un miraggio

Al momento in Italia gli introiti derivanti dall’imposta più odiata di sempre (dopo il Canone Rai), superano i 200 milioni di Euro in soli cinque anni. A dirlo è una recente ricerca dell’Istat. Appare evidente quindi, come le possibilità di un’abolizione possano non far comodo alle casse del governo, quindi difficilmente avremmo potuto dire “addio” al bollo.
In seconda analisi, la Corte Costituzionale, con la Sentenza n.122/2019 ha donato alle Regioni maggiore autonomia decisionale sul bollo auto. Saranno quindi le singole autonomie locali a decidere se abolire la tassa sul possesso dei veicoli, se ridurne l’importo o addirittura aumentarlo.
Sulla vicenda pertanto aleggia un velo di mistero: fra ipotetiche abolizioni, nuove manovre politiche, cambi di governo ancora impervia la confusione totale a riguardo; soltanto una cosa è certa: il bollo auto continuerà a far parte della nostra vita e si dovrà continuare a pagarlo ancora per il prossimo immediato futuro.
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Pubblicato da
Manuel De Pandis