Storicamente, il canone Rai rappresentava una tassa sulla fruizione dei canali televisivi statali. Ma da qualche tempo a questa parte, è andato configurandosi un nuovo modo di intendere il canone. Per sfuggire ad una sempre più importante evasione dell’imposta, nel 2016 essa divenne un contributo obbligatorio per il possesso della televisione.
Grazie a quest’operazione, il canone sarebbe stato incluso nella bolletta dell’energia elettrica, e dilazionato in cinque contributi bimestrali per un totale di 90 euro. Ed è ciò che avviene ancora oggi.
D’altra parte, questo lasci ai contribuenti l’onere di comunicare, eventualmente, di non essere in possesso di un apparecchio televisivo. Questo costituirebbe infatti criterio di esclusione dal pagamento, ma non è l’unico. In attesa che la proposta di abolizione concepita dal Movimento 5 Stelle sia discussa in Parlamento, ecco quali sono gli altri criteri per richiedere l’esenzione dal corrispondere il canone Rai.
Quindi, come detto, per non pagare il canone Rai, ci sono due possibilità. La prima, più immediata, corrisponde al non possedere una televisione. È necessario inviare all’Agenzia delle Entrate il modulo di dichiarazione di non detenzione, scaricabile da questo link.
Una seconda possibilità per l’intestatario corrisponde al soddisfare uno di questi requisiti:
Anche in questo caso, è necessario richiedere personalmente l’esenzione.