Gli studi condotti dall’Università di Bristol hanno difatti dimostrato che le radiazioni sono ancora altissime, in particolar modo a livelli dannosi per l’essere umano. Il volo dei droni nei 15 chilometri quadrati attorno alla centrale è stato illuminante, ad oggi nessun animale ha ancora ripreso a vivere nella zona circostante, l’area in cui la concentrazione di radiazioni è maggiore resta la Foresta Rossa. Il vero motivo non lo sappiamo, possiamo solamente ipotizzare che tutto dipenda dall’assorbimento da parte delle piante (hanno addirittura cambiato colore), con il conseguente rilascio graduale nell’atmosfera.
Fino ad ora abbiamo parlato di Chernobyl come di un fatto conosciuto, ma se non sapete bene la storia, mettetevi comodi. Il 26 aprile 1986, era circa l’una di notte, gli addetti ai lavori hanno iniziato i soliti controlli di routine per la manutenzione della centrale; nel corso degli stessi, l’inesperienza o inadeguatezza del personale ha causato un aumento incontrollato della temperatura del reattore 4. La congiunzione astrale ha voluto che l’infrastruttura non fosse all’altezza, le tubature adibite al raffreddamento del suddetto hanno ceduto, causando una fuoriuscita di radiazioni; si è venuta a creare una spaventosa nube in grado di coprire tutta l’Europa (gli effetti si sono sentiti anche in Norvegia), senza però assistere ad una vera e propria esplosione nucleare.