Trentatré anni distanziano i nostri giorni da una delle tragedie più rinomate e pericolose dell’esistenza umana: l’esplosione del reattore numero 4 della Centrale Nucleare di Chernobyl. Dall’aprile di quella notte ad oggi, il nucleare ha assunto inevitabilmente un significato diverso per molte persone e soprattutto ha raccolto con sé molti dissensi e paure fondate, purtroppo, su dati di fatto.
Sebbene tre decenni siano passati, ancora oggi sono molte le discussioni attorno alla centrale nucleare di Chernobyl che fanno drizzare i peli, ma a quanto pare un nuovo problema si sta abbattendo sull’Europa e anche questa volta potrebbe essere di responsabilità del governo Russo. Un ingente quantità di rutenio-106 è stata rilevata nell’aria causando allarmismo tra scienziati e uomini di ogni tipo visto che tale avvenimento può ricollegarsi a pochi casi tra cui lo scoppio di un nuovo reattore nucleare.
Stando a quanto affermato dalle autorità russe, la nube radioattiva contenente al suo interno rutenio-106 non sarebbe di competenza delle centrali nucleari nel paese ma, stando alle ricerche effettuate da 70 scienziati il tutto sembrerebbe apparire come un caso di insabbiamento.
La nube radioattiva che si è spinta fino in Romania, sembra provenire proprio dall’impianto nucleare di Majak, uno dei più grandi al mondo. Ovviamente la società Rosacom, a capo di tale industria, si è dichiarata estranea e innocente ma i risultati degli esperimenti, come già detto, mostrano tutt’altro.
in ogni caso, la stessa equipe di scienziati che si è preoccupata di effettuare tali esperimenti e controlli ha comunque alleviato i pensieri della popolazione europea affermando che attualmente non vi sono dei pericoli per la salute umana.