Lo studio di Marte sta impiegando ingenti risorse economiche da parte della NASA, oltre a impegnare alcuni degli scienziati più brillanti al mondo. Recentemente il lander Insight, atterrato sul pianeta rosso lo scorso novembre avrebbe rilevato degli strani suoni, probabilmente derivanti da terremoti e raffiche di vento.
Il sofisticato robottino dell’agenzia spaziale è dotato di un avanzato sismometro denominato Sismic Experiment for Interior Structure. Attraverso il SEIS, il lander sarebbe in grado di rilevare ogni vibrazione, anche la più insignificante proveniente dal pianeta rosso. Mediante lo studio dei Marsquake, i terremoti di Marte, gli scienziati sarebbero in grado di determinare la composizione interna del pianeta.
Fin dal suo atterraggio Insight ci ha fornito una serie inedita di informazioni su Marte. Lo scorso dicembre ha infatti registrato la prima raffica di vento proveniente dal pianeta, mentre ad aprile i suoi sismometro ha rilevato il primo Marsquake.
Il potente orecchio del lander della NASA ha inviato ad oggi ben 100 segnalazioni di eventi
provenienti dal pianeta. Secondo gli scienziati, 21 di questi sarebbero inconfutabilmente terremoti. Due registrazioni, la prima del 22 maggio e la seconda del 25 luglio sono state recentemente caricate dall’agenzia su Soundcloud. Le due scosse con magnitudo rispettivamente di 3,7 e 3,3 sono facilmente udibili nel file audio che vi lasciamo a seguire.Dallo studio della propagazione delle onde e dei suoi gli scienziati sono stati in grado di stimare con precisione la composizione della crosta terrestre marziana. Sembrerebbe che la sua superficie sia un perfetto mix tra quella terrestre e quella lunare, come suggerisce la lunghezza delle onde sismiche udibili.
Riguardo il vento invece, alcune raffiche perfettamente udibili sono state registrare il 6 marzo scorso durante una normale operazione di “scanning” del pianeta. Secondo quanto affermato dagli scienziati, il vento sul pianeta andrebbe aumentando verso il crepuscolo. Vi lasciamo un video proprio su questo qui sotto.
Non possiamo che emozionarci di fronte a questo tipo di scoperte che aprono nuove frontiere per l’esplorazione di nuovi pianeti.