Dopo trentatré anni si è ancora al valico di frontiera per l’accesso alla zona ucraina di Chernobyl. Una scia di radiazioni pericolose invisibili sovrastano l’area attorno al Reattore 4 causando scompensi per diverse centinaia di chilometri. La zona è inaccessibile, tanto che ultimamente sono stati inviati dei droni di perlustrazione.
In Europa, intanto, una equipe di studiosi ha analizzato gli effetti del rutenio-106. L’aria è satura di questo pericoloso gas, risultato essere cento volte superiore a quanto registrato nella città eurasiatica. La popolazione europea si ricollega mentalmente al caso di un trentennio fa scadendo nella paura di un possibile attacco nucleare degli elementi.
Stando alle ricerche pare che l’epicentro dell’impatto sia da stabilirsi nei dintorni dell’impianto di Majak, uno dei più grandi al mondo. Rosacom, incaricata della supervisione della struttura, non ha confermato le sue responsabilità declinando il resoconto degli esperimenti con il silenzio stampa.
La squadra di ricerca ha comunque sollevato ogni dubbio in merito ai rischi per la salute, rilevando che attualmente non vi sono incertezze sul fatto che tale conformazione non rappresenti un pericolo vero per le popolazioni locali.