L’ipotesi è tutta da verificare, ma forse ai confini del Sistema Solare c’è un minuscolo buco nero primordiale che starebbe influenzando le orbite di diversi corpi celesti tra la Fascia di Kuiper e la Nube di Oort interna.
In origine la ricerca puntava l’attenzione su un ipotetico Pianeta Nove, grande più o meno dieci volte la Terra, perché non si trovava una causa sufficiente a giustificare le traiettorie anomale dei corpi celesti che orbitano oltre Nettuno. La perturbazione gravitazionale nella Fascia di Kuiper non è stata ancora spiegata, dando adito a teorie più o meno accreditate sulla causa di questo fenomeno.
Nel campo delle ipotesi, i fisici James Unwin dell’Università dell’Illinois e Jakub Scholtz dell’Università di Durham, sostengono che ai confini del Sistema Solare ci sia un piccolo buco nero primordiale.
Sebbene non lo possiamo vedere, questo oggetto è molto antico e potrebbe essersi formato subito dopo il Big Bang.I due scienziati indicano inoltre che l’uso intensivo di raggi gamma, raggi X e altre tipologie di radiazioni sia un buon metodo per trovare questo buco nero. Se fosse mai trovata una qualche evidenza, la teoria di Unwin e Scholtz metterebbe fine all’ipotetica presenza di un Pianeta Nove. Questo mondo orbiterebbe a una distanza fino a venti volte superiore quella di Nettuno e avere un tempo di rivoluzione attorno al Sole di 20 mila anni.
I sostenitori del Pianeta Nove ritengono che proprio la sua posizione remota e la lentezza con cui si muove attorno alla nostra stella non consentono di individuarlo.