Nell’era dell’informazione sempre più veloce, dei dispositivi sempre più scattanti e delle vite che si svolgono con sempre maggior frenesia, sembra naturale che la tecnologia faccia il suo corso adattandosi a queste rinnovate esigenze. Per questo motivo, a partire dal prossimo anno in alcune città italiane sarà attivata la connessione 5G, il nuovo standard di rete che permetterà di raggiungere un’affidabilità e una velocità mai toccate finora dalle connessioni mobili.
Eppure, attorno alla sua introduzione aleggiano ancora tanti dubbi, soprattutto riguardanti la presunta maggior pericolosità delle radiazioni emesse per il 5G. Per questo sarebbe necessario fare un po’ di chiarezza, e capire a che punto si è arrivati di consapevolezza sulla rivoluzione tecnologica che sta per investirci.
Anzitutto, non ci sono studi che abbiano ancora dichiarato l’effettiva pericolosità delle infrastrutture a sostegno delle reti mobili.
In aggiunta a ciò, quello che potrebbe sembrare un fattore predisponente ad un rischio maggiore, ossia l’aumento della quantità di ripetitori di questa rete, in realtà si rivela un vantaggio. Aumentando il numero di ripetitori, infatti, il segnale appare più omogeneamente distribuito sul territorio, e conseguentemente l’impatto sulle persone diminuisce in maniera importante.
D’altra parte, appare effettivamente difficile misurare precisamente la quantità di emissioni a cui si risulta esposti, proprio in ragione della maggiore dislocazione del segnale e della maggior quantità di dispositivi connessi. Ulteriori studi sull’argomento sapranno ulteriormente chiarificare i rischi per la nostra salute, che senza dubbio e più importante di qualsiasi sviluppo tecnologico.