Scienza e Tecnologia

Boeing 737 Max: ecco le ultime previsioni sul suo rientro in servizio

Dopo i due incidenti mortali dei mesi scorsi il Boeing 737 Max è stato sottoposto ad una serie di studi per risolvere il problema al sistema MCAS. Le varie agenzie per l’aviazione civile stanno ancora valutando se le modifiche apportate dal produttore siano o meno sufficienti per evitare altri tragici epiloghi.

Sembrerebbe tuttavia che siano stati avanzati alcuni dubbi relativi alle tempistiche, probabilmente troppo brevi, del suo rientro in servizio. L’ultimo incidente che ha coinvolto l’aeromobile del produttore americano è infatti stato il 10 Marzo scorso in Etiopia ed ha portato alla morte di 157 persone.

Da fonti interne alle agenzie appare molto complicato che il 737 Max riesca a essere certificato prima di novembre. Contrariamente alle parole di Boeing che aveva annunciato di voler rimettere in servizio il velivolo già da questo Ottobre.

Boeing 737 Max: sotto il vigile sguardo di FAA ed EASA

Secondo dichiarazioni interne, FAA ed EASA starebbero lavorando congiuntamente insieme a Boeing. Le due agenzie stanno infatti cercando di risolvere

con il produttore americano tutti i problemi legati al 737 Max, in vista della sua nuova certificazione.

L’amministratore delegato della FAA non ha comunque voluto sbilanciarsi più di tanto, non fornendo una tempistica sul rilascio dei nuovi permessi. Non sarebbe infatti ancora stato programmato il volo di prova dopo la richiesta di Boeing di certificare nuovamente il velivolo.

Le modifiche introdotte al 737 Max dopo gli incidenti sono contenute in un plico di circa 500 pagine in fase di revisione da parte dell’agenzia americana. In particolar modo lo stesso conterrebbe i dettagli dell’aggiornamento del sistema MCAS e le nuove specifiche dei sensori posti sul bordo d’attacco dell’ala.

Dal punto di vista legale inoltre proseguono le cause di Boeing con le varie compagnie aeree. Recentemente infatti anche la Southwest Airlines ha deciso di far valere le sue ragioni con il colosso americano. Quest’ultimo aveva infatti promesso delle tempistiche di certificazione che non è stato in grado di mantenere.

 

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Pubblicato da
Niccolò Marrocco