Marte sembrerebbe essere un mondo totalmente alieno rispetto al nostro, pur essendo in assoluto il pianeta maggiormente studiato del nostro Sistema Solare. Esso infatti vanta oltre 50 anni di osservazioni ed esplorazioni di vario genere, e la prospettiva sarebbe quella di portare l’uomo sul pianeta rosso – come sta progettando il visionario Elon Musk.
Eppure risulta molto più familiare grazie ai rover, alle missioni e ai telescopi puntati sul pianeta. Gli strumenti utilizzati sono tra i più aggiornati derivati della tecnologia, e permettono di valutare anche aspetti che apparirebbero altrimenti irrisori come la quantità di metano presente sul pianeta (con una sensibilità altissima). Questo perché il metano potrebbe rappresentare traccia di vita.
In realtà, il curioso fenomeno che porta alla comparsa e alla scomparsa di questa molecola, secondo recenti studi, sembrerebbe derivare dall’interazione con i raggi ultravioletti provenienti dal Sole, benché queste dinamiche siano ancora da chiarire in ogni loro aspetto.
Marte: le ultime scoperte sono stupefacenti
Giusto qualche giorno fa, le osservazioni dei telescopi – conseguentemente all’esplorazione da parte di Curiosity, il rover marziano in missione da ben 7 anni – si sono soffermate su una valle che sembrerebbe esser stata scavata da precedenti corsi d’acqua sul pianeta. Il cratere Gale, attorno a cui vaga il robot, sta consentendo agli scienziati di conoscere molto a fondo la storia geologica del pianeta.
Un tempo, infatti, sembra che la superficie di Marte fosse ricoperta da acqua – sia in forma liquida che in ghiacciai. Dall’analisi dei detriti ritrovati nel cratere, gli scienziati sono riusciti ad evincere che l’impatto con un meteorite abbia determinato una notevole dispersione dell’acqua, che è penetrata nel terreno e in parte invece è evaporata. Con la scomparsa dell’atmosfera, diversi milioni di anni dopo, non c’è stata più possibilità di trattenere l’acqua sul pianeta, che è andato incontro ad una evaporazione massiva sotto l’azione costante dei raggi solari.
Da sempre si ricercano tracce di fluidi sul pianeta rosso, che potrebbero comportare una possibilità maggiore di ritrovare vita sul pianeta, anche se fino ad ora queste speranze sono state perlopiù disattese. Di certo, però, Marte sembra essere molto più simile alla Terra di quanto non si credesse: potrebbe essere stato il suo gemello in tempi antichi.