L’innovazione delle batterie degli smartphone e delle auto elettriche passerà di sicuro dall’impiego massivo del grafene, un materiale che promette autonomia e tempi di ricarica che rivoluzioneranno il nostro quotidiano. Gli investimenti nel campo del grafene dovrebbero tradursi in un prototipo per smartphone pronto già nel 2021, mentre tanti ricercatori non abbandonano l’idea che le vecchie batterie agli ioni di litio potrebbero rivelarsi ancora utili.
Tutti i device che attualmente montano batterie Li-Ion hanno una durata media al di sotto delle aspettative degli utenti, e ciò accade perché gli smartphone tengono in piedi funzionalità e applicazioni che li appesantiscono e richiedono energia.
Al contrario, le batterie al grafene promettono di mettere fine all’uso delle power bank per arrivare a fine giornata e alcuni player come Samsung sono in prima linea per cambiare il materiale delle batterie nella telefonia.
Un materiale che ricordiamo essere ricavato dalla grafite, vale a dire dal carbonio, e che ha la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica. Impiegare il grafene nelle batterie di un’auto elettrica significa avere il vantaggio di potersi ricaricare in fretta e di preservarsi nel tempo a fronte di migliaia e migliaia di ricariche.
Un veicolo elettrico vedrebbe quindi aumentata la sua autonomia con un significativo abbattimento dei tempi di ricarica da qualche ora a pochissimi minuti. L’Italia è in prima linea nella produzione di accumulatori con questo materiale e, al momento, un team di ricerca proveniente dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, il Cnr e la Sapienza di Roma sta lavorando a una sostanza liquida. Questa sorta d’inchiostro di grafene viene spalmato sugli elettrodi delle batterie e aumenta la capacità di carica di un quarto subito.