La manovra economica del Governo Conte Bis prosegue imperterrita alla ricerca della quadra che possa evitare una serie di tasse lacrime e sangue come l’aumento dell’IVA. Nell’ultima bozza della Legge di Bilancio del 2020 sono state infatti introdotte delle limitazioni nell’uso dei contanti, nella gestione dei conti correnti e nuove tasse che colpiranno larghe fasce di contribuenti e non più solo i ricchi.
La norma che dovrebbe perseguire questo balzello è l’articolo 24 del nuovo decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio, dove viene specificato che tutti i professionisti o imprenditori titolari di partita Iva dovranno dotarsi di un conto corrente dedicato esclusivamente all’attività lavorativa. Un conto da cui non si dovrà prelevare denaro per la famiglia e che non potrà più essere cointestato con un familiare.
Conti correnti e prelievi: le ultime novità fanno infuriare tutti
Se in questo modo la tracciabilità delle operazioni aziendali diventa più chiara, il fisco potrà comunque controllare versamenti e bonifici ricevuti sul conto, ma anche i prelievi ATM. Questo sta a significare che subiremo dei controlli capillari su ogni movimentazione bancaria che effettuiamo, anche se a sportello.
Non viene posto un limite al numero di conti che potremo avere, ma l’importante è che non ci sia una contaminazione tra le spese fatte per la famiglia o quelle personali con le attività aziendali. Tuttavia, tale limitazione nell’esercizio commerciale non è una novità per il nostro ordinamento, poiché già il Decreto Bersani aveva imposto che si aprisse un conto per l’attività lavorativa per poi essere abolito due anni dopo.
Munirsi di un conto corrente dedicato è utile anche ai contribuenti forfettari, fermo restando che la stessa norma non si applica ai contribuenti che sono nella fase di start up della loro azienda.