La digitalizzazione si fa sempre più presente in Italia, e dall’inizio del nuovo decennio, i politici hanno posto tale obiettivo come una seria priorità all’interno delle modifiche da attuare. Dopo la tessera sanitaria, è arrivato il turno di trasformare in digitale anche la carta d’identità.
Di fatto, essa è il principale documento per gli italiani e da 3 anni si è passati dalla classica CI alla CIE (carta elettronica digitale). Essa viene offerta ad un costo maggiore rispetto alla cartacea, e molti italiani pertanto, continuano a preferire il vecchio modello.
Le polemiche maggiori però, sono arrivate in seguito ai dubbi sul tipo di informazioni che può detenere il chip all’interno.
Tutta Italia è divisa in due per quanto concerne questa nuova scelta. Da una parte vi è chi ha deciso di affidarsi totalmente alla digitalizzazione e fare il cambio alla nuova tessera. D’altro lato invece, c’è ancora chi
, spaventato per alcune dicerie che sono presenti sul Web relative al chip della carta digitale, ha continuato a scegliere il formato cartaceo.I cittadini sembrano impauriti per la detenzione e l’utilizzo dei dati personali che vengono immagazzinati all’interno del chip. Di fatto tutto ciò, potrebbe portare ad una eventuale truffa o un attacco da parte degli hacker.
Lo Stato assicura però che la CIE è una vera e propria garanzia contro tutti i truffatori e cyber criminali perché la forma digitale garantisce un ulteriore step di sicurezza contro la clonazione. Ciò che preoccupa però molta gente è il problema della sicurezza di tutti gli archivi statali, in quanto, con la carta elettronica digitale, posseggono una copia delle nostre impronte digitali.