Oltre i progressi di SpaceX in campo spaziale, la NASA non perde occasione per battere sentieri inesplorati della tecnologia e della fisica, e un ingegnere di nome David Burns avrebbe in mano la soluzione per i viaggi interstellari appena sotto la velocità della luce. Un sistema che annullerebbe il nostro limite fisico nello spazio-tempo: parliamo del NASA Elical Engine, un motore elicoidale che non prevede l’utilizzo di alcun propellente e si autoalimenterebbe all’infinito.
In pratica, il motore di Burns è un acceleratore di particelle che vengono spinte da una parta all’altra di un contenitore sfruttando il principio di azione e reazione di Newton, ma rompendo le barriere imposte dalla teoria per la nota proprietà della massa che si altera all’approssimarsi della velocità della luce.
Quindi, un sistema che non dovrebbe produrre energia di scarto genererebbe una spinta direzionale per il fatto che la massa di una particella aumenta quando sfiora la velocità della luce.
Tuttavia, alcuni scienziati hanno criticato l’idea di Burns in quanto tale motore dovrebbe essere lungo almeno 200 metri ed avere un diametro di 12 in base all’attuale tecnologia a nostra disposizione. Dimensioni a parte, inoltre, sembra che per far funzionare tale sistema servono enormi quantità di energia elettrica prima che arrivi all’autosufficienza.
Ma se riuscissimo a risolvere alcuni di questi limiti fisici della nostra tecnologia, tale motore elicoidale potrebbe farci arrivare sulla Luna in 1 secondo, su Marte in poco meno di un quarto d’ora e su Nettuno in 4 ore, praticamente mezz’ora in più di un treno Roma-Milano. Ma per ora rimaniamo nel campo delle ipotesi.