Alcuni esperti del settore automotive riportano che le auto elettriche Tesla della prima ora non sono più in grado di ricaricarsi quindi sono ferme al palo. In più sembra che se anche l’auto è riuscita a caricarsi, il motore non si accende lo stesso e molti meccanici specializzati in USA nel settore delle elettriche sono stati costretti ad ammettere il problema.
D’altronde lo scandalo emerge proprio a fronte di centinaia di autovetture ferme a causa dello stesso problema, ma per ora Tesla non ha diffuso alcuna nota ufficiale. A causare il problema alle vetture, sempre secondo alcuni tecnici che le hanno avute sotto mano, non sarebbero le batterie, risultate tra l’altro perfettamente funzionanti anche se prodotte qualche anno fa.
Il colpevole è piuttosto un banco di memoria Flash di tipo eMMC integrata nel gruppo hardware MCU1: modulo che può essere sovrascritto un numero finito di volte e, superato il limite impostato, smette di funzionare.
Dunque, parafrasando, le troppe ricariche sui vecchi modelli di Tesla hanno fatto sì che la memoria flash delle vetture si sia saturata al punto da rifiutare ogni nuova accensione dell’auto, dello schermo interno all’abitacolo o di rifornire il battery pack.
Si tratta di un bug a tutti gli effetti, poiché la stessa Tesla aveva previsto un modulo di memoria con un sistema di sovrascrittura dei dati molto più longevo dell’attuale. E non è nemmeno un difetto di fabbrica o sottovalutazione, poiché il sistema ha iniziato a scrivere più dati di quelli che normalmente richiede tanto da saturare il numero di tentativi.
Si potrà ovviare al problema sostituendo i banchi di memoria flash difettosi, ma ancora non è chiaro se Tesla si accollerà il pagamento di tale manutenzione.