Un comitato dedicato alla rete 6G sta valutando gli effetti di una rivoluzione che punta a sostituire in tutto e per tutto 4G e WiFi. Per il momento si considera l’idea di un addio al 3G per merito di un network 5G di nuova concezione che si fa strada all’interno delle infrastruttura TIM, Wind, Tre, Vodafone, Iliad e Fastweb. La nascita di un nuovo ecosistema implica l’eclissarsi delle componenti obsolete del mondo ICT. Ciò che oggi appare come rivoluzionario non lo sarà più nel giro di qualche anno. La rete di sesta generazione conferma il cliché lasciando tutti con il fiato sospeso dopo le ultime dichiarazioni. Ecco cosa è stato detto.
Rete 6G affossa il 4G di TIM, Wind, Tre e Vodafone: nessuno vuole il lento WiFi a pagamento, ecco cosa succederà
Mika Rantakokko dirige il progetto di sviluppo per il futuro upgrade della rete Internet. La sesta generazione suona come un ecosistema di fantascienza ma sta per porre solide basi per un avvenire entusiasmante nei sistemi di comunicazione senza fili. Le informazioni andranno in rete per mano di algoritmi sofisticati che gestiranno i compiti. Oltre il web puro e semplice e le nuove implicazioni della domotica, dell’IoT, dell’IoV e delle app vi saranno nuovi orizzonti evolutivi da considerare.
Un esempio pratico di applicabilità della rete 6G è la cosiddetta ombra digitale. Un sistema all’avanguardia fino ad oggi sviluppato solo sotto forma di effetti cinema da produttori di fama mondiale. Sta per diventare realtà con un sistema che crea un ologramma dinamico in grado di interfacciarsi agli esseri umano in modo informale e con sembianze a noi familiari. Nel prossimo futuro, un direttore di banca o una piacente bibliotecaria potrebbero accoglierci al centro informazioni rispondendo alle nostre domande.
Si tratta sostanzialmente di una intelligenza artificiale evoluta e combinata con sistemi in cloud per la gestione del database. Le ricerche sono attualmente in corso a lasciano ben sperare per una nuova implementazione entro il 2030. Stiamo andando troppo oltre? I prossimi anni risponderanno a questo quesito. Ma non è che l’inizio.