Una novità sconvolgente ha coinvolto per la seconda volta l’azienda americana Boeing, famosa in tutto il mondo per la produzione di alcuni degli aeromobili più utilizzati dalle compagnie aeree. Dopo aver scoperto le cause del disastro, nonché iniziato a risarcire le famiglie coinvolte, ecco spuntare una notizia che a prima vista potrebbe quasi avere dell’incredibile.
Oltre 3 anni, nel 2016, il capo collaudatore dell’azienda stessa, Mark A.Forkner, ha inoltrato un messaggio testuale, via WhatsApp, all’amico nonché collega tecnico pilota Patrik Gustavsson che avrebbe dovuto far drizzare le orecchie all’azienda. Secondo il suddetto, infatti, il sistema antistallo MCAS (acronimo di Maneuvering Charactestics Augmentation System), quello che ha causato i disastri aerei, per intenderci, appariva davvero fuori controllo.
Boeing 737 Max scava la fossa all’azienda
Approfondendo la conversazione tra i due colleghi, è facile notare come i collaudatori avessero già individuato il problema addirittura nel 2016. L’azienda, anche dopo i due disastri che hanno causato la morte di oltre 346 persone, ha sempre sostenuto di aver seguito attentamente le direttive della FAA e di aver effettuato tutti i controlli del caso.
Ciò che preoccupa sono proprio le parole di Forkner, il sistema a quanto pare in alcune occasioni “funzionava fuori controllo“, ammettendo in parte di aver “praticamente mentito ai regolatori“. Al momento in Boeing nessuno sembra aver pagato (pensate che nell’incidente dell’Indoneisa, lo MCAS ha spinto il velivolo verso il basso con una potenza di 20 volte maggiore al normale).
L’azienda, comunque, sta sprofondando in borsa, un altro 7% ha dimostrato una certa sfiducia da parte degli investitori, sopratutto in un momento così delicato.