Le crepe nei ghiacciai di Pine Island, una delle più grandi piattaforme dell’Antartide Occidentale, stanno aumentando di anno in anno e le fratture individuate all’inizio del 2019 dai satelliti dell’ESA hanno raggiunto una lunghezza di circa 20 chilometri.
Come ha spiegato Mark Drinkwater, capo della Divisione Scienze della Terra e della Missione dell’ESA, “queste nuove divisioni sono apparse poco dopo la grande rottura dell’iceberg B46 lo scorso anno. Il monitoraggio invernale di Sentinel-1 sul loro progressivo ampliamento indica che presto un nuovo iceberg di proporzioni simili si scioglierà“.
Clima: i ghiacciai del Polo Sud si stanno incrinando
Normalmente i ghiacciai procedono dalla terra sciogliendosi verso il mare, ma quello di Pine Island cogli subito l’attenzione di climatologi e opinione pubblica perché il suo scioglimento causerà il 5-10% dell’innalzamento dei mari. Le sue dimensioni, insieme a quelle dell’altro colosso nominato Thwaites, si sono drasticamente ridotti negli ultimi 25 anni tanto da far aumentare la velocità di scorrimento del ghiaccio fino a 10 metri al giorno.
La drammaticità di tale evento causato dalla scelleratezza umana si rende evidente quando guardiamo la parte galleggiante dei ghiacciai sul mare, la quale ha uno spessore medio di circa 500 metri. Ebbene, negli ultimi 30 anni si sono staccati dal fronte di ghiaccio tantissimi blocchi di dimensioni considerevoli, segno che il surriscaldamento globale procede senza sosta toccando temperature più alte di anno in anno.
I maggiori eventi di distacco dai ghiacciai sono stati registrati dai satelliti dell’ESA sin dagli anni ’90, e l’ultimo chiamato B46 misurava la bellezza di circa 226 chilometri quadrati, quasi 3 volte più grande dell’intera isola di Manhattan a New York.