Il mercato delle telecomunicazioni rappresenta un mare magnum con precisi equilibri, che sono andati ridefinendosi durante gli anni a seguito anche dell’avvento di nuove tecnologie. Gli operatori telefonici si sono sempre fatti battaglia a colpi di offerte, ma cercando sempre di ambire al mantenimento di uno status quo che implicasse un continuo riciclo di utenti, tra quelli in uscita e quelli in entrata (qualora non si fossero dimostrate efficaci le campagne di fidelizzazione).
Nella fotografia emersa da un recente studio, però, si evince quanto il mercato degli operatori telefonici abbia perso in termini di guadagno netto negli ultimi 9 anni.
In parte, questa situazione si è venuta a configurare a causa di un’innegabile responsabilità in alcune prese di posizione impensabili verso i clienti. Si pensi ad esempio a tutti i costi extra attivati erroneamente dagli utenti tramite un banner o un reindirizzamento farlocco. Un’altra di rappresentata dalla tariffazione a 28 giorni, che consentiva agli operatori di ricavare una mensilità in più all’anno.
Ma non si tratta esclusivamente di questo. Andrebbe ad esempio considerato anche l’impatto decisivo di Iliad in Italia, a capo di una rivoluzione che ha trascinato con sé, nel solo primo mese, oltre un milione di abbonati.
Secondo il Rapporto sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia del 2018, studio redatto dal prof. Andrea Rangone (esperto in telecomunicazioni) il crollo è ben rilevabile sia sul mercato del fisso sia sul mobile. Si stima una perdita tra il 24 e il 27%, che ha inficiato pesantemente i guadagni e di conseguenza anche gli investimenti per le nuove connessioni.
Il 5G, comunque si rivelerà probabilmente un momento per rifiatare, in maniera tale da allineare i costi con la media Europea e mondiale e vedere un progressivo rinverdirsi dei bilanci dei principali operatori italiani.