L’arrivo del 5G ad inizio 2020 sappiamo che modificherà non di poco tutto il nostro quotidiano. Dall’ambito business a quello domestico, tutto sarà rivoluzionato con la nuova tecnologia. I nostri attuali smartphone, già fedeli compagni di vita, diventeranno sempre più interconnessi fra loro e con gli oggetti circostanti, assumendo sempre più il ruolo di Media Center di controllo con la Smart Home e la Smart Life.
Tuttavia ciò ha generato non pochi dubbi sulle conseguenze delle frequenze sul corpo umano. Preoccupazioni e polemiche giuste certo, ma forse un po’ troppo allarmiste considerando il basso livello di corrispondenza fra lo sviluppo delle malattie gravi e l’esposizione alle onde elettromagnetiche.
I device attuali si sa, emettono un certo quantitativo di radiazioni e i rischi che la gente pensa siano connessi a tale caratteristica dei telefoni, spesso sono decisamente esagerati. Ma cosa c’è di vero e soprattutto, bisogna temere i nostri odierni smartphone?
La risposta è ovviamente negativa, tuttavia gli esperti consigliano una serie di pratiche per far sì che il corpo umano non venga esposto inutilmente a delle onde radio. Per esempio consigliano di non dormire con il device acceso vicino alla testa o di non avere il dispositivo nella tasca anteriore dei pantaloni. Piccoli accorgimenti è vero, ma come si dice: prevenire è meglio che curare, vero?
Smartphone: l’Europa ha imposto un limite per contenere la quantità di radiazioni emesse
L’ Europa ha imposto un limite (definito SAR) che ogni produttore deve mantenere se vuole commercializzare un prodotto nel nostro continente. Di base il limite massimo è di 2 Watt per Kg. Al momento il peggior device in termini di radiazioni risulta essere lo Xiaomi Mi A1, con un valore di 1,75 W/Kg. Lo smartphone è prodotto della casa cinese con a bordo il s.o. basato su Android One. Il migliore ad oggi invece, è l’Honor View 10 con soli 1,03 Watt per Kg.