La città di Chernobyl situata nell’Ucraina del Nord, il 26 Aprile del 1986 ha subito una delle tragedie più grandi degli ultimi anni, e ancora ad oggi, a 33 anni di distanza ne paga le conseguenze.
La città di Pryp”jat’, confinante con la Bielorussa, ospitava la centrale nucleare V.I. Lenin a circa 3km dal centro abitato. Per via di un errore umano e una progettazione non precisa da parte degli ingegneri, il reattore 4 della fabbrica, alle ore 01:23 del 26 Aprile, esplode, portando con sé una scia di morti e desolazione. L’area circostante diventa una landa desertica e le radiazioni da anni consumano l’aria e la vita delle persone. Ancora oggi, molta gente muore per via dei tumori sviluppatisi a seguito dell’elevata radioattività della zona.
A circa 30 anni dall’avvenimento, la situazione purtroppo è ancora critica. Uno studio dell’Università di Bristol ha permesso di studiare la zona grazie all’ausilio di droni particolari. I risultati sono decisamente shockanti.
Chernobyl: l’area è ancora molto radioattiva
Per via di un piccolo(neanche tanto) errore umano un’intera civiltà è stata spazzata via e sterminata. Il solo pensiero oggi ci fa rabbrividire e la gente di tutto il mondo ha ancora molta paura dell’energia nucleare, a seguito degli incidenti che sono avvenuti anche successivamente in altre aree del mondo, come Fukushima.
Moltissima gente ha perso la vita per colpa della fuoriuscita del gas dal reattore 4, e gli interventi ora per contenere i danni, sono stati così precisi da rendere l’area sicura (almeno in parte). Ad oggi c’è ancora il divieto per l’essere umano di entrare nella zona che parte dalla Foresta Rossa, un luogo che prende il nome dal colore delle foglie, cambiato a causa dell’esposizione alle radiazioni. Per molti chilometri non si registra forma di vita alcuna: né animale, né vegetale.