Mentre ci state leggendo sono già state spostate le lancette dell’orologio per osservare il cambio da ora legale a ora solare. Infatti, in questa domenica mattina troverete le lancette dei pochi orologi analogici ancora settate un’ora avanti, mentre sappiamo che da oggi in poi tutti i giorni avremo un’ora di buio in più.
Tale scenario si ripeterà fino a domenica 29 marzo 2020 quando tornerà l’ora legale, ma l’alternanza tra questi due cambi di orario potrebbe anche finire. Infatti è stata presentata una moratoria europea che richiede l’abolizione del cambio di orario stagionale, e ogni stato membro deve rispondere a tale quesito entro aprile 2020.
Sul fronte dell’abolizione sembra esserci anche l’Italia, anche perché il cambio ha ripercussioni non solo sulla salute umana ma anche sui consumi energetici, che durante i mesi autunnali e invernali diventano più onerosi per le famiglie e l’ambiente circostante.
Dell’abolizione ne è convinta anche Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, poiché ha stimato che il passaggio definitivo all’ora legale comporterebbe un minor consumo di energia elettrica pari a circa 510 milioni di Kilowattora. In più, Terna ritiene che l’abolizione farebbe bene all’ambiente, visto che verrebbero emesse 250 mila tonnellate in meno di anidride carbonica in atmosfera.
Se l’UE sta valutando di abolire i cambi di orario, Terna sostiene che lo scenario ora legale tutto l’anno garantirebbe il massimo beneficio in termini di risparmi energetici: si parla di un totale di circa 800 milioni di kilowattora risparmiati in un anno, corrispondenti a 400mila tonnellate di CO2 in meno in atmosfera. Un risparmio economico complessivo di 160 milioni di euro su base annua.
Dunque, l’Italia come altri paesi sono chiamati entro aprile 2020 a decidere o meno se abolire il passaggio da ora solare a ora legale. Chi l’abolirà dovrà spostare le lancette indietro per l’ultima volta in una domenica di ottobre del 2021.