Da quasi mezzo secolo, gli scienziati si sono dedicati alla scoperta e all’esplorazione a distanza di pianeti che potessero risultare compatibili con le nostre condizioni di vita. Le nuove frontiere di questo campo sono straordinariamente ampie, tanto da riconoscere un merito particolare ai primi scienziati che si sono dedicati all’individuazione di mondi, seppur lontani, che somigliassero alla Terra conferendo loro il premio Nobel 2019.
I pianeti scoperti si trovano al di fuori del Sistema Solare. A distanze variabili, che possono andare da pochi anni luce fino a centinaia di anni luce.
Il progresso tecnologico, anche in questo campo, ha fatto sì che nuovi strumenti fossero introdotti, adatti all’esplorazione spaziale. Uno di questi è il telescopio TESS, che da più di un anno si dedica esclusivamente all’individuazione di nuovi mondi.
A quanto pare, il telescopio spaziale preposto all’osservazione di questi corpi sembrerebbe averne scovati altri tre, che si aggiungono al lungo elenco degli esopianeti simili alla Terra.
Esopianeti: che vita può esserci oltre la Terra?
Non si può escludere che, nell’immensità del nostro universo, si sia sviluppata vita altrove oltre al nostro pianeta. Individuare esopianeti significa anche, dunque, riconoscere se ci siano altri posti con condizioni tali da poter ospitare la vita.
Il satellite TESS (acronimo che sta per Transiting Exoplanet Survey Satellite) lanciato il 18 aprile 2018, ha individuato in un anno di attività ben 270 TOI, ossia TESS Objects of Interest. L’ultimo sistema individuato, la cui stella è stata ribattezzata TOI-270, dista circa 73 anni luce da noi e al suo interno conta almeno 3 pianeti rilevanti, di cui uno con dimensioni simili alla Terra e due che appaiono sub-Nettuniani.
Le scoperte in questione sono tanto più rilevanti quanto più, grazie ad uno studio approfondito, riusciranno a fornire chiarimenti sulle dinamiche della formazione planetaria.