Le scelte del sistema fiscale si sono ridimensionate in autunno con l’addio al progetto. L’ingiustificato allarmismo ha lasciato il posto a nuove considerazioni in merito al redditometro mentre, intanto, si discute la questione contanti ampiamente trattata sul web ed attraverso TG e quotidiani locali. Ecco cosa sta succedendo in Italia.
La chiusura dei controlli è stata una forzatura dovuta all’impossibilità di effettuare i controlli sulle dichiarazioni dei redditi a decorrere dall’anno 2016. Non è ancora chiaro se vi sia la possibilità di una ribaltamento di decisione ma, almeno per ora, si possono dormire sonni tranquilli.
Ogni accertamento fiscale è stato bocciato con buona pace degli operatori fiscali che hanno dovuto mettere una pietra sopra i loro progetti iniziali. Ogni eventuale controllo sui conti degli ultimi tre anni è impugnabile con sentenza con appelli che si risolvono a nostro favore.
Si tratta di un periodo di pace condivisa con il redditometro pronto al grande ritorno contro evasori e malfattori. Dobbiamo aspettarci tempi meno favorevoli a causa di un nuovo sistema di controlli che fa uso di strumenti di confronto digitali sui rapporti entrata/uscita. Uno scarto maggiore del 20% fa scattare l’allarme sui conti annui e quindi l’apertura di un fascicolo con prove e richieste documentali. Ci sembra doveroso ricordare che, ad ogni modo, i dati si basano sulla valutazione del reddito familiare e non del singolo cittadino.