Il fenomeno specifico si chiama “SIM Swap Fraud“ che prevede la clonazione delle SIM da parte di hacker con l’obiettivo di entrare nei conti bancari delle vittime per prosciugarli.
La scheda telefonica risulta improvvisamente inutilizzabile: il nessun segnale non consente di effettuare chiamate, messaggi o altro. Questo perché le specifiche funzionalità sono state rubate dall’hacker che utilizza le relative informazioni per l’accesso alla banca della vittima. Naturalmente ciò è possibile quando l’utente ha attivo il servizio di home banking sullo smartphone.
Mediante un’accurata ricerca dei dati personali della vittima sugli store dei produttori di telefoni con l’utilizzo di software malevoli, si raccolgono quanti più dati utili a duplicare la scheda telefonica. Molti operatori telefonici hanno protocolli rigidi per l’attivazione di nuove SIM ciò significa dunque che lo scopo è dunque perseguibile con una SIM identica a quella originale ma del tutto truffaldina, anche se l’attacco è molto complesso.
La maggiore prevenzione deve avvenire a monte, partendo dalle autorizzazioni fornite dagli smartphone per app e sevizi dubbi. Bisognerebbe sempre leggere con attenzione le condizioni di utilizzo di esse e rilasciare il minor numero di informazioni personali online.
In aggiunta assicuratevi ad un software di password manager. Uno dei più accreditati e di certo sicuri è quello gratuito di Google.
Per finire, nel caso si abbia il benché minimo dubbio di avere una SIM clonata, la cosa da fare immediatamente è quella di contattare il proprio istituto bancario e bloccare conti e le forze dell’ordine per denunciare il tutto alla polizia postale.