L’intero mondo è ancora devastato per il terribile incidente che è avvenuto circa 33 anni fa in Ucraina, precisamente nella cittadina di Chernobyl. Da quel 26 Aprile del 1985 l’intera area circostante dell’Est Europa e di parte della Russia non è stata più a stessa. Le popolazioni intere vivono con la paura dell’energia nucleare. E i disastri successivi avvenuti a Fukushima e la nube radioattiva avvistata due anni fa nel nostro continente, hanno alimentato i timori reconditi delle persone.
Chernobyl oggi è un luogo fantasma, con un elevatissimo quantitativo di radiazioni che ne ha mutato l’aspetto generale del territorio. Ciò che avvenne al reattore 4, fu frutto dell’errore e della mancanza di rispetto verso alcune norme di sicurezza. La reazione chimica che avvenne fra la grafite della barra contenitiva e l’idrogeno fu devastante e determinante. Da lì partì l’esplosione che, come sappiamo, ha ucciso centinaia di persone nell’impatto e per via dell’aria radioattiva che si è sprigionata di seguito.
Chernobyl: i droni scoprono un’elevata quantità di radiazioni a tre decenni di distanza dall’incidente
L’università di Bristol, insieme alle autorità del luogo, ha dato il via ad una ricerca per scoprire le condizioni della città a tre decenni dall’impatto. Da allora il paese è rimasto sperduto e isolato, e i militari ne hanno presieduto l’entrata. Con l’aiuto di droni specializzati, sono stati effettuati dei controlli per scandagliare la zona e i risultati sono stati decisamente shockanti.
La quantità di radiazioni nell’aria, rilevata da particolari termocamere installate a bordo dei droni, è ancora elevatissima. Il picco massimo, stando ai risultati avuti dallo studio condotto, sembra essere proprio nell’area della Foresta Rossa.