L’attimo della morte, adesso, sarà certo. Uno studio dell’Università di Verona apre nuovi scenari per quanto riguarda la medicina legale. I ricercatori d’ateneo hanno messo a punto un nuovo processo che consente di calcolare con una straordinaria precisione l’ora del decesso, senza utilizzare necessariamente strumentazione costosa e molto difficile per quando viene trasportata.
Tale cambiamento è permesso grazie allo studio della concentrazione della molecola ammonio nell’umor vitreo, il fluido trasparente e gelatinoso che si trova nell’occhio umano.
Giacomo Musile, primo autore dello studio ha confermato la diretta relazione tra l’aumento di concentrazione di tale molecola e il tempo trascorso dal decesso e il ritrovamento del cadavere.
L’analisi della molecola ammonio inizialmente era stata effettuata mediante un metodo strumentale chiamato elettroforesi capillare
. In questo caso i ricercatori hanno scelto di sfruttare la microfluidica (il controllo e la manipolazione di fluidi), che permette analisi chimiche e biochimiche con sistemi a basso costo e di facile applicazione. Questa scelta è stata fatta considerando che la determinazione dell’intervallo post morte, potrebbe avere maggiore rilevanza se effettuata immediatamente sulla scena del crimine.La stima dell’ora della morte, già agli inizi della medicina legale, è sempre stato un parametro cruciale e difficile per l’importanza che ha nell’investigazione criminale e nel processo penale dal punto di vista giudiziario. In base al tempo della morte possono essere fatte o escluse ipotesi investigative o, in sede di giudizio, può essere confermata o esclusa la presenza di un imputato sulla scena del crimine, quindi sentenziare con esattezza se l’individuo può essere assolto o condannato.