Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Torino ha ricostruito nel dettaglio la dinamica e l’interazione del gas ionizzato scambiato tra le radiogalassie, ovvero quegli agglomerati di miliardi di stelle che sono caratterizzati da una intensa emissione di onde radio.
I nuclei al centro di queste galassie sono attivi e molto potenti, il più delle volte rappresentati dai buchi neri super massicci mai scoperti prima che mangiano gas e polveri anche da altre galassie vicine. I dati studiati hanno costituito il progetto MURALES (MUse RAdio Loud Emission lines Snapshot), il quale si occupa di monitorare l’interazione tra il getto relativistico prodotto dal buco nero super massiccio e il gas circostante ionizzato.
Lo strumento utilizzato per questo studio è lo spettrografo Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE) del Very Large Telescope e il capo ricercatore Barbara Balmaverde dell’INAF ha spiegato il loro lavoro: “stiamo ricavando un bellissimo ‘murales’ sui meccanismi di accrescimento (feeding) e di feedback delle radiogalassie. In particolare, grazie alla sensibilità e al grande campo di vista di MUSE, abbiamo rivelato filamenti di gas ionizzato che si estendono ben oltre la galassia ospite.”
Poi Balmaverde ha continuato: “in altri casi abbiamo osservato spettacolari effetti di feedback, con la creazione di cavità o bolle nel gas caldo che emette radiazione in banda X. Queste cavità sono riempite di plasma relativistico in espansione. Attorno a queste cavità abbiamo rilevato in 3C317, la radiogalassia pilota del nostro progetto, dei densi filamenti di gas ionizzato, prodotti o dal raffreddamento del gas caldo del cluster o da meccanismi di riscaldamento nelle zone di shock”.
Nelle prime pubblicazioni i ricercatori hanno presentano i dati delle prime 20 radiogalassie osservate, con distanze fino a 5 miliardi di anni luce, riprese dall’osservatorio del Paranal in Cile, dove si trova appunto il VLT. Barbara Balmaverde ha precisato:“esplorare lo spazio nel raggio di cinque miliardi di anni luce corrisponde a studiare l’universo abbastanza vicino, diciamo che è un primo passo Vorremmo osservare radio galassie più distanti”.
La potenza dello strumento MUSE ha permesso agli esperti di creare “immagini e mappe di velocità e dispersione di velocità di stupefacente qualità, ottenute con solo 20 minuti di osservazione. Queste sono le osservazioni in riga più profonde ottenute finora (superiori a quelle di Hubble)”, come aggiunge Balmaverde.
Infine Alessandro Capetti, sempre nel team di Balmaverde, conclude: “Questi dati ci hanno permesso di rivelare strutture filamentose estese di gas ionizzato perpendicolari al getto radio con cui investigheremo i meccanismi di attivazione e di evoluzione delle radiogalassie”.
L’articolo “The MURALES survey. II. Presentation of the observations and first results” di Barbara Balmaverde (INAF – Osservatorio Astronomico di Torino) et al. è in pubblicazione sulla rivista Astronomy & Astrophysics. Per l’INAF allo studio hanno partecipato anche Alessandro Capetti (INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino), Alessandro Marconi (INAF – Osservatorio Astrofisico di Arcetri e Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università di Firenze), Giacomo Venturi (INAF – Osservatorio Astrofisico di Arcetri), R. Gilli (INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna), P. Grandi (INAF – IASFBO) ed E. Torresi (INAF – IASFBO).