Un momento decisamente caldo per Boeing che si trova ancora una volta alle prese con un problema legato ad uno dei suoi aeromobili. In questi giorni si sta parlando molto delle crepe sulle ali dei 737, che hanno costretto compagnie come Ryanair, Quantas e Southwest a fermare sui piazzali parte della loro flotta. Questa volta però è coinvolto il fratello maggiore, il 787 Dreamliner.
Sembrerebbe infatti che un ex ingegnere del colosso americano abbia segnalato un grave difetto sul velivolo. In caso di improvvisa depressurizzazione infatti ci potrebbe essere l’eventualità che i sistemi di ossigeno per i passeggeri risultino non funzionanti.
Boeing: l’azienda americana finisce ancora nel polverone
A parlare del problema del Boeing 787 Dreamliner è proprio un ex ingegnere della società. John Barnett ha infatti lavorato al suo interno per 30 anni, gestendo il reparto adibito al controllo qualità. Nel marzo del 2017 ha poi deciso di andare in pensione.
La BBC lo ha però contattato recentemente e lo stesso Barnett avrebbe ammesso l’esistenza di alcuni problemi legati al 787. Il velivolo, utilizzato per lungo raggio, presenterebbe circa il 25% di possibilità che il sistema di ossigeno d’emergenza non funzioni. Qualora infatti dovesse esserci un depressurizzazione e le maschere dovessero cadere dalla cappelliera potrebbero non operare come dovrebbero.
I sistemi difettosi sarebbero ancora installati a bordo di moltissimi velivoli della Boeing. La società americana avrebbe al momento respinto ogni accusa, sottolineando l’altissima qualità dei controlli effettuati. Purtroppo però è risaputo che il colosso aeronautico abbia talvolta troppa fretta nel rilascio di un nuovo modello, aspetto che al momento è costato la vita a 346 persone negli incidenti dei 737 Max.
Secondo Barnett anche in questo caso l’errore sarebbe derivato dalla necessità dell’azienda di incrementare i profitti. Dal 2011 la produzione sarebbe stata accelerata, specialmente nel noto stabilimento di North Charleston in Sud Carolina. Ancora una volta i guadagni hanno messo in secondo piano la sicurezza dei viaggiatori che sempre più spesso sono spaventati nel prendere un aereo.