Da tempo immemore, l’uomo è dedito all’osservazione dello spazio. Il cielo sopra la propria testa è stato sempre un limite da dover valicare, per l’animo e la mente umani, e cinquant’anni fa abbiamo raggiunto – grazie alla tenacia di questi sogni e alla spinta ottenuta dalla contrapposizione tra blocco sovietico e blocco americano – il suolo del nostro satellite, la Luna.
Ma esplorare lo spazio non significa soltanto carpire i segreti che ancora ci restano ignoti riguardo l’universo. Per gli uomini primitivi e i più antichi, significava soprattutto scrutarlo per prevenire eventuali minacce che potessero colpire la propria incolumità.
Questo, naturalmente, può essere riscontrato ancora al giorno d’oggi grazie al monitoraggio costante di qualsiasi corpo celeste che sembri anche solo lontanamente in avvicinamento verso la Terra. Talvolta, però, si creano degli allarmismi del tutto ingiustificati, come è avvenuto per l’asteroide QV89. Demonizzato dai media per mesi, nessuno si è neppure accorto del suo transitare a oltre 6 milioni di km dal nostro pianeta.
Resta ancora un altro corpo in avvicinamento, tenuto sotto osservazione. Si tratta dell’asteroide Apophis.
Anche questo asteroide è tenuto sotto costante osservazione da parte della NASA. Come è avvenuto per QV89, già si cominciano a sentire le prime notizie riguardo un suo possibile impatto con la Terra.
Certo, le dimensioni di questo corpo, diversamente dal precedente, sembrerebbero più rilevanti in termini di raggio e massa. D’altra parte, anche il suo passaggio dovrebbe risultare totalmente indifferente a noi terrestri, in quanto le probabilità di impatto sono infinitamente piccole. Man mano che l’evento si avvicinerà (il transito è previsto per il 2036), si potranno conoscere maggiori dettagli riguardo la sua traiettoria, che comunque non incrocerà in alcun modo la Terra, stando alla direzione attuale.