Alcune applicazioni e social network di oggi, vengono utilizzati dagli utenti per organizzare o addirittura alimentare le rivolte nel mondo. Si parte dal software per smartphone, che riesce a radunare i manifestanti, fino ad arrivare agli spostamenti in diretta della polizia.
Tutti gli utenti che hanno scaricato una delle applicazioni in questione, ci mettono davvero pochi secondi per scegliere a quale manifestazione partecipare, basta toccare lo schermo e attendere di ricevere istruzioni sulla prossima manifestazione.
Oggi vi portiamo l’esempio di Sergio, uno studente di Barcellona che, compilando alcuni campi all’interno di un’applicazione, riesce a scovare la prossima manifestazione a cui vorrà partecipare. L’applicazione che sta utilizzando Sergio si chiama Tsunami Democratic, al centro delle proteste che da molte settimane stanno infuocando la Catalogna. Ovviamente si tratta di applicazioni non ricercabili sugli store ufficiali di Android ed Apple
, i colossi non la vogliono e il governo di Madrid ha già richiesto la sua rimozione da qualsiasi server.Le rimozioni in questione e i ban non hanno però limitato la diffusione di Tsunami Democratic. Scaricarla già non è una cosa da niente, ma per farla funzionare, si ha bisogno anche l’aiuto di un utente che già la usa, che deve far leggere il proprio QR Code dalla telecamera dello smartphone. L’obiettivo di questa sicurezza è quello di ridurre al minimo il numero di infiltrati.
Ovviamente abbiamo parlato del caso Catalano perché è quello che in questo periodo sta attirando maggiore attenzione ma riporta alcuni elementi che stanno caratterizzando altri moti globali. Il primo è sicuramente la necessità di coordinarsi ed organizzarsi con dei nuovi strumenti, che riescano a garantire la privacy ed un facile accesso alle masse, allo stesso tempo.